Il romanticismo diede al Lario l'impronta che gli è rimasta, di grande giardino in cui addentrarsi per scovare angoli di visuale diversi. Fino al '700 era la riserva verdazzurra dei nobili comaschi o dei signori milanesi che dominavano il contado e che lungo le sponde avevano costruito i palazzi per trascorrervi le vacanze e ricevere gli amici, come il cardianale Angelo Maria Durini nella Villa Balbianello. Uomini facoltosi quindi operarono modifiche anche ai giardini all'italiana ridisegnando le aiuole che dovevano circondare le dimore come sontuose cornici. Ecco quindi Villa Olmo, la Rotonda del Pollack, Villa Amalia frequentata dal Parini e dal Foscolo.
Con il romanticismo i salotti ripresero il loro ruolo di ritrovi per letterati e artisti come quello alla Pliniana che invitava Shelley, Bryon e Stendhal. L'invasione degli stranieri modificò la geometria dei parchi, rendendo tortuosi i sentieri, collocando statue anticate e distribuendo qua e là macchie cromatiche di fiori come a Villa Melzi e a Villa Carlotta.
sabato 24 aprile 2010
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